Torre rotonda di Mura

Contrapposto a quello di Palazzolo, l’antico abitato di Mura si mantenne relativamente indipendente fino al 1192, quando, dopo la sanguinosa battaglia della Malamorte, per decisione dell’imperatore Enrico VI i due nuclei furono assegnati al territorio bresciano e unificati in uno da cui poi si svilupperà il Comune di Palazzolo.
Mura era circondata da solide mura: dalla Rocchetta si dipartiva infatti un grandioso contrafforte costituito da un terrapieno che correva verso nord e parallelo all’Oglio, intersecato da varie torri, probabilmente rotonde; contrafforte noto con il nome di terralium de Mura. In sostanza, il terrapieno, detto anche “delle chiusure”, iniziava all’altezza dell’ex Colonia Elioterapica (ora sede dell’ASL) e con andamento curvilineo abbracciava l’intero territorio di Mura per terminare in località Bravadorga (la medievale Brevadorga), oltre i “prati d’Oglio”.
Le “chiusure di Mura” erano quindi lo spazio compreso tra la cinta muraria dell’abitato e la cinta semicircolare del fossato delle chiusure.
Se il grande fossato è ormai da tempo scomparso, l’antico terrapieno è ancora in alcuni punti visibile, così come il suo percorso è intuibile grazie alla conservazione di due suoi elementi: la porta di Mura e la torre rotonda (nota anche come “torrione”).
La porta di Mura è l’antica porta che si apre in via Mura, conosciuta anche come porta Mediolanensis. Si tratta di una solida costruzione in pietra squadrata con tre piani: al piano terra si apre la volta, munita in passato di un portone che si muoveva su cardini ancora visibili e di un rastrello che scendeva nelle apposite guide. La costruzione era completata da un tetto di coppi e una merlatura, mentre delle scale in legno permettevano di raggiungere le stanze superiori che, dal XVI secolo, furono adibite a magazzino del Monte granatico di Mura. Per raggiungere la porta vi era infine un ponte che scavalcava il fossato, il quale poteva essere sollevato dall’interno della porta.
La torre rotonda (o “torrione”) sorge sul punto più alto di Mura, di fronte alla chiesa di San Giovanni. La prima notizia scritta sulla torre risale al 1482, quando il Benzoli descrive l’abitato di Mura come «circondato da trei fosse con la Torre rottonda et con la fortezza che è da sera al ponte d’Oglio et con le vie che vanno a Tajù, Grumello et Telgato, le quali sono vicine l’una a l’altra quasi a l’incontro della ditta Torre rottonda, et con la via che va a Palosco et con il fossato fatto a guardia dei chiosi di Mura per distancia di puoco manco di uno miglio».
Alta venticinque metri e con una parte centrale di dieci metri di diametro, vi si poteva accedere, con ogni probabilità, tramite alcune scale in legno removibili con partenza dal camminamento delle mura.
Come molti edifici difensivi di Palazzolo, la torre patì nel corso del tempo il degrado e venne progressivamente smantellata a partire dal XVII secolo. In particolare, alla fine dell’Ottocento rischiò di essere demolita nel tentativo di raddrizzare l’attuale via Gorini: via che dal centro di Mura sale verso piazzale Mazzini e da lì al cimitero e alla provincia di Bergamo.
Tra il 1912 e il 1913 sulla sommità vennero altresì aggiunte una copertura a sporto merlata con il tetto in legno e all’interno un grande serbatoio a servizio dell’acquedotto comunale. Infine, nella seconda metà degli anni Novanta, fu recuperata interamente, in seguito alla demolizione del serbatoio ormai da anni inutilizzato, e riaperta.

Dove: Via Gorini

Contatti: Uff. Turismo 0307405522

Via Gorini, Mura, Palazzolo sull'Oglio
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